Qui di seguito pubblichiamo, con qualche giorno di ritardo, una nota dell’amico Salvatore Libero Barone che ci trova concordi e che a nostro avviso ha il merito di fare un pò di chiarezza riguardo alla situazione della vivisezione in Italia e in Europa e nello specifico al “famigerato” comunicato del Ministro Brambilla del 19 ottobre u.s. e del tam tam mediatico che ne è seguito.
Vivisezione: promesse, deroghe e facili entusiasmi dopo il Comunicato della Brambilla.
di Salvatore Libero Barone
Inizio da quello che avrei voluto inserire fra le conclusioni. Non esulto mai prima del tempo. Il problema è che, in questo caso, pur volendo, non ne vedo neanche le ragioni. Sono stanco, oltre che stufo, di Emendamenti e Direttive che vietano tutto così come derogano tutto. Diffiderò sempre dei Provvedimenti del “salvo che” perché bugiardi ed ingannevoli. Eppure, dati Lav alla mano, il nodo cruciale sembrava proprio essere “l’autorizzazione per gli esperimenti in deroga” . C’è il bisogno e la voglia di leggere un qualsiasi Scritto, dall’Alto, dove sia espresso a chiare lettere il VETO ASSOLUTO circa l’utilizzo di QUALSIASI animale a fini sperimentali, tenendo bene a mente che la prima sofferenza degli animali non è la vivisezione in sé, interna alle mura gelide di un laboratorio, ma è la vita (rectius: non-vita) di laboratorio, in condizioni totalmente innaturali, senza vita di relazione, del tutto privati di un bene e di un diritto a cui nessuno vorrebbe rinunciare mai: la libertà.
Da qui a seguire il Comunicato della Brambilla, l’Emendamento della Camera, le mie perplessità.
Vivisezione, emendamento Brambilla. “Non sarà più possibile allevare cani e gatti per la sperimentazione in Italia”.
“La giornata di oggi rappresenta un passaggio fondamentale ed una grande conquista per l’affermazione di una nuova coscienza di tutela e rispetto degli animali e dei loro diritti. Un salto culturale dal quale in futuro nessuno potrà più prescindere”. È quanto afferma il Ministro del Turismo, On. Michela Vittoria Brambilla, presidente del comitato ministeriale per la creazione di un ‘Italia Animal Friendly” che oggi ha proposto ed ottenuto l’approvazione delle misure che cambieranno radicalmente lo scenario della sperimentazione animale nel nostro paese.
“È stato approvato in commissione Affari Sociali – continua il Ministro Brambilla – il nostro emendamento alla legge comunitaria 2011, di recepimento della direttiva del 2010, che ci permette di voltar pagina con la sperimentazione animale dopo decenni di orrori. Abbiamo quindi corretto i grandi errori della direttiva europea 63/2010 e abbiamo introdotto in maniera importante e definitiva il principio per cui l’utilizzo degli animali, in quanto esseri senzienti e portatori di diritti, deve essere abbandonato in favore dello sviluppo di metodi alternativi in vitro. Questo principio, solo in parte accolto dalla direttiva europea, diventa centrale nella nostra impostazione. Il testo approvato dalla commissione – spiega l’ on. Michela Vittoria Brambilla – prevede infatti misure adeguate per la concreta attuazione del loro sviluppo e la destinazione di congrui finanziamenti allo scopo. Inoltre, in attesa che siano perfezionati metodi alternativi e completamente sostitutivi della sperimentazione su animali, sara’ possibile effettuare test su cani, gatti e primati solo previa autorizzazione del Ministero della Salute e del Consiglio Superiore di sanità. Inoltre, gli animali non potranno essere più utilizzati per esercitazioni didattiche (eccetto l’alta formazione di medici e veterinari) e per esperimenti bellici.”
“Infine, ho oggi assolto ad un preciso impegno – continua il Ministro Brambilla – che avevo preso con tanti cittadini, associazioni animaliste e comitati spontanei che si sono mobilitati contro lo stabilimento Green Hill di Montichiari, dove sono allevati cani di razza beagle destinati ai laboratori. Pochi giorni fa avevo postato sulla mia pagina personale di facebook e su quella creata dai militanti animalisti, un messaggio di solidarieta’ con una promessa di aiuto concreto per fermare quello che considero un vero e proprio orrore indegno di un grande paese civile. Sono felice di poter dire oggi che ho mantenuto la mia parola e mi sono fatta interprete delle aspettative dei tanti italiani che non sono più disposti ad accettare che il nostro paese ospiti quella che viene definita una ” fabbrica di morte”: il nuovo testo vieta quindi su tutto il territorio nazionale l’allevamento di primati, cani e gatti, destinati alla sperimentazione.
Dopo tanti anni di militanza animalista – ho fondato all’età di tredici anni la sezione lecchese della lega contro la vivisezione lombarda – nei quali mi sono battuta senza sosta per cambiare la normativa del 92 e dopo il recente ulteriore impegno che avevo assunto per correggere gli errori della direttiva europea 2010 che non protegge affatto gli animali e i loro diritti, considero un grandissimo successo l’approvazione oggi di queste misure che rappresentano una vera e propria svolta, della quale vado molto fiera”.
I membri del comitato ministeriale per la creazione di un Italia Animal Friendly del ministro Brambilla, che hanno quindi avuto tutti parte nell’approvazione di questa misura, sono i deputati Basilio Catanoso, Fiorella Ceccacci, Paola Frassinetti, Gabriella Giammanco, Gianni Mancuso, Barbara Mannucci, Manuela Repetti, Michele Scandroglio. Del comitato fanno parte anche i rappresentanti delle associazioni nazionali di tutela ambientale e animale, oltre a quelli di Anci, Upi e delle Regioni.
Fonte: Segreteria Turismo / Ministro Brambilla
Camera dei Deputati
XII Commissione Affari Sociali – Mercoledì 19 ottobre 2011
Legge comunitaria 2011. C. 4623 Governo.
ARTICOLO AGGIUNTIVO
Dopo l’articolo 3, inserire il seguente:
Art. 3-bis.
(Princìpi e criteri direttivi per l’attuazione della direttiva 2010/63/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 22 settembre 2010 sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici).
1. Il Governo è tenuto a seguire, oltre ai principi e criteri direttivi di cui all’articolo 2 della presente legge, in quanto compatibili, anche i seguenti principi e criteri direttivi:
a) garantire l’implementazione di metodi alternativi all’uso di animali a fini scientifici, destinando all’uopo congrui finanziamenti; formare personale esperto nella sostituzione degli animali con metodi in vitro, nel miglioramento delle condizioni sperimentali (principio delle 3R), anche tramite corsi di approfondimento all’interno di Centri di ricerca e Università integrandone il piano di studi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Inoltre, assicurare l’osservazione e applicazione del principio delle 3R grazie alla presenza di un esperto in metodi alternativi e di un biostatistico all’interno di ogni Organismo preposto al benessere degli animali e del Comitato nazionale per la protezione degli animali usati a fini scientifici;
b) vietare l’utilizzo di scimmie antropomorfe, cani, gatti e specie in via d’estinzione a meno che non risulti obbligatorio da legislazioni o da farmacopee nazionali o internazionali o non si tratti di ricerche finalizzate alla salute dell’uomo o delle specie coinvolte, condotte in conformità ai principi della direttiva 2010/63/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, previa autorizzazione del Ministero della salute, sentito il Consiglio superiore di sanità;
c) vietare l’allevamento di primati, cani e gatti destinati alla sperimentazione di cui alla lettera b) su tutto il territorio nazionale;
d) assicurare una misura normativa sufficientemente cautelare nei confronti degli animali geneticamente modificati, tenendo conto della valutazione del rapporto tra danno e beneficio, dell’effettiva necessità della manipolazione, del possibile impatto che potrebbe avere sul benessere degli animali e valutando i potenziali rischi per la salute umana, animale e l’ambiente;
e) vietare l’utilizzo di animali negli ambiti sperimentali di esercitazioni didattiche, ad eccezione dell’alta formazione dei medici e dei veterinari, ed esperimenti bellici;
f) vietare gli esperimenti che non prevedono anestesia o analgesia, qualora provochino dolore all’animale;
g) assicurare un sistema ispettivo che garantisca il benessere degli animali da laboratorio, adeguatamente documentato e verificabile, al fine di promuovere la trasparenza, con un numero minimo di due ispezioni all’anno di cui una effettuata senza preavviso;
h) predisporre una banca dati telematica per la raccolta di tutti i dati relativi all’utilizzo degli animali in progetti per fini scientifici o tecnologici e dei metodi alternativi;
i) definire un quadro sanzionatorio appropriato in modo da risultare effettivo, proporzionato e dissuasivo.
3. 01.(ulteriore nuova formulazione) Ceccacci Rubino, Giammanco, Mancuso, Frassinetti, Repetti, Mannucci, Catanoso.
(approvato)
Domande e perplessità
L’Emendamento, ieri presentato, dovrà ora passare al vaglio di numerosi organi parlamentari, fatto, questo, che richiederà un appoggio concreto da parte del Governo. Difficile però che ciò si realizzerà completamente, viste le lobby della sperimentazione animale innanzi tutto, sia mediche che industriali, ma anche la poca delicatezza di alcuni Ministri… neanche una parola per gli animali, ad esempio, quando il Ministro Sacconi ed il Ministro Fazio sono andati ad inaugurare, il 3 ottobre scorso, i nuovi laboratori con annessi stabulari della Chiesi Farmaceutici, a Parma.
Detto ciò ecco quelle che, prima facie, sono le mie perplessità, sulla base delle quali non userei, come leggo da ieri e con facili entusiasmi, il binomio fine-vivisezione.
1) La logica suggerita dall’emendamento è quella delle 3R: Raffinamento, Riduzione, Rimpiazzamento.
-Con Raffinamento si intende il miglioramento delle tecniche sperimentali, compiute pur sempre su animali, in modo da ridurre la loro sofferenza; in alcuni casi, utilizzando ove possibile animali “meno evoluti”;
-Con Riduzione si intende la riduzione del numero di animali usati, o l’aumento di informazioni ottenute con lo stesso numero di animali;
-Con Rimpiazzamento si intende la sostituzione dell’animale con l’utilizzo di metodi alternativi.
Solo l’ultima “R” è accettabile o quantomeno conciliabile con la “fine” della vivisezione animale, in toto. Se invece si appoggiano tutte e tre le “R” significa, di fatto, sostenere la vivisezione animale.
2) “Vietare l’utilizzo di scimmie antropomorfe, cani, gatti e specie in via di estinzione a meno che non risulti obbligatorio da legislazioni o da farmacopee nazionali o internazionali o non si tratti di ricerche finalizzate alla salute dell’uomo o delle specie coinvolte, condotte in conformità ai principi della direttiva 2010/63/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, previa autorizzazione del Ministero della Salute, sentito il Consiglio superiore di sanità”.
-Quali differenze rispetto alla Direttiva Europea? In quali casi potrebbe essere obbligatorio? Sarebbe opportuno specificarlo, onde evitare discrezionalità abusive. E perché non si fa alcun cenno ad animali ” meno evoluti ” di cani, gatti e primati, come topi, ratti, conigli, favorendo, dunque, una tendenza che ritengo agghiacciante e che vede migliaia di animalisti impietosirsi alla vista di cani e gatti vivisezionati e non fare il minimo accenno a tutte le altre specie animali?
3) “Vietare gli esperimenti che non prevedono anestesia o analgesia, qualora provochino dolore all’animale”
– Chi certifica il dolore degli animali? immagino sia tutto rimesso al boia di turno che, notoriamente, mentre sperimenta o viviseziona, avrà certamente a cuore la salute degli animali.
4) “Vietare l’utilizzo di animali negli ambiti sperimentali di esercitazioni didattiche, ad eccezione dell’alta formazione dei medici e dei veterinari, ed esperimenti bellici”
– Ennesima deroga doc sulla base della quale deduco, senza dubbio alcuno, che la vita degli animali sia ancora una volta rimessa a valutazioni ed arbitri umani.
5) Green Hell: Apprezzo il suo impegno contro lo stabilimento Green Hill di Montichiari. L’indegna fabbica di morte deve chiudere in nome, specialmente, di quei 5 attivisti saliti sul tetto a rappresentare tutti coloro che vivono costantemente il dolore di quei cani, me compreso. Mi chiedo, molto semplicemente, QUANDO potremo dire” Chiuso” e non “chiuderà”, stante che la tempistica, unita alle promesse, è uno dei drammi del nostro Paese. E poi, se dovesse chiudere fra uno o due anni o ancora, se dovesse spostarsi oltralpe, si tratterebbe davvero di una vittoria?
Ho utilizzato fonti Lav, Geapress, LaboratorioAntispecista.