Animalisti Italiani, Lav e Salviamo gli Orsi della Luna contestano David Orfei all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno.
Mai più animali costretti ad esibirsi nei circhi, a subire addestramenti a suon scariche elettriche, pungoli e catene nonché una vita itinerante, spesso al freddo e al gelo delle loro gabbie, al seguito del carrozzone circense di turno.
Questo il messaggio che le tutte le associazioni animaliste di Bologna hanno lanciato con una pacifica e colorata manifestazione di fronte al palazzo dello sport di Casalecchio, venerdì 30 dicembre prima dell’inizio dello spettacolo serale del Circo di Mosca – David Orfei.
Gli attivisti di Animalisti Italiani, Lav-Lega AntiVivisezione e Salviamo gli Orsi della Luna travestiti con le maschere degli animali che vogliono salvare, hanno lanciato un messaggio non violento, rivolto ai genitori che accompagnano i figli al circo convinti di soddisfare un’innocua curiosità nei confronti degli animali che “abitua i giovanissimi a considerare normale vedere gli animali in gabbia o naturale che si esibiscano in qualcosa di completamente contrario alla loro etologia”, commenta Sandro Bianchi per Animalisti Italiani.
Un orso che sfreccia su una bicicletta, un elefante che con enorme sofferenza concentra tutto il suo peso di pachiderma su una sola zampa, una tigre in groppa a un cavallo, numeri che si possono trovare senza fatica sotto un qualunque tendone da circo ma che “è il momento di considerare in tutto il loro potenziale di violenza perché sottopongono gli animali a stress psicofisici dannosi”, come scritto nella Dichiarazione dei diritti degli animali proclamata dall’Unesco fin dal 1978.
Ben sedici paesi europei stanno vietando i circhi che fanno uso di animali, quindi gli animalisti chiedono che l’Italia si adegui all’Europa e alla sensibilità prevalente dei suoi cittadini ( l’86,2% degli italiani sono contrari all’uso di animali nel circo) che vuole dire basta all’industria dello sfruttamento che prevede “terrore, fame, sbarre e catene”.
Nel 2008 la proposta di legge dell’onorevole Giammarco (Pdl), “Norme per la graduale dismissione dell’uso degli animali da parte dei circhi e per il sostegno allo spettacolo circense” si è già espressa favorevolmente in merito.
Su quest’onda, in Emilia Romagna, si situano molti comuni virtuosi che vietano di fatto l’attendamento ai circhi e che prevedono l’utilizzo di un gran numero di specie selvatiche ed esotiche: Bologna, San Lazzaro, San Giovanni in Persiceto e Medicina. “Molti comuni italiani sono in prima linea nel promuovere un circo che sia performance acrobatica e magia corporea – afferma Annalisa Amadori per la Lav Bologna – e che non abbia nulla a che fare con gabbie anguste, addestramenti violenti, catene, lunghi viaggi, temperature inadeguate, causa per gli animali di gravi patologie, stress e terrore”.