Tutta Italia, e non solo, è ormai a conoscenza della vicenda dell’orsa Daniza e del suo mandato di cattura per il “reato” di essere un orso, perché altre colpe non ha.
Abituata a percorrere anche 50 km al giorno, a vivere libera da 18 anni, Daniza è una innocente condannata a trascorre il resto della sua vita in uno spazio grande più o meno quanto due campi di calcio, spazio che dal 2011 vede già rinchiusa una delle sue figlie, quest’ultima perché ha avuto l’ardire di avvicinarsi troppo alle abitazioni umane.
In una nazione dove nei boschi, e non solo, i morti ammazzati lo sono per mano umana – solo nella stagione 2013/2014 ben 80 feriti e 25 morti per “errori” di cacciatori e zero per colpa di orsi – la caccia non viene abolita ma fortemente sostenuta e un’orsa che, per proteggere i suoi cuccioli procura, forse, qualche graffietto ad un fungaiolo incauto, viene braccata per essere confinata all’ergastolo. N.B. il “forse” è d’obbligo visti i dubbi in merito alla veridicità di tutta questa storia, probabile escamotage politico.*
In sostanza un’altra storia di ordinaria follia a cui, purtroppo, siamo abituati. Questa volta però la sollevazione popolare contraria all’ordinanza di cattura è stata vasta e compatta. Ci auguriamo quindi che, assieme alle forti prese di posizione delle grandi associazioni animaliste (Lav, Oipa, Lac, Enpa), al parere di etologi esperti, alla lettera aperta del Cipra (Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi) inviata ai responsabili (Presidente della Provincia Autonoma di Trento e ai Ministri dell’Ambiente degli Stati alpini) perché forniscano prove della problematicità dell’orsa e alle altre numerose voci sollevatesi in difesa di Daniza, si arrivi ad una felice conclusione di questa (sporca) faccenda.
Per approfondimenti v.:
– Orsa #Daniza, la fine del film Disney “made in Italy”.
– Etologo, orsa Daniza non è pericolosa.