29 splendidi scatti compongono la mostra “Free Moon Bear” allestita a cura di “Salviamo gli Orsi della Luna” alla Festa Nazionale dell’Unità di Bologna (Parco Nord). Lo stand è ubicato presso la Piazza delle Associazioni (n. 143), in prossimità dell’uscita della Libreria (n. 122). Qui la piantina
Le fotografie ritraggono alcuni esemplari di orso della luna durante la loro nuova vita nelle oasi di Animals Asia Foundation, una volta sottratti alla sofferenza della quotidiana estrazione della loro bile.
Presso lo stand dell’associazione, oltre ad ammirare queste magnifiche creature, è possibile acquistare bellissimi gadget il cui ricavato verrà devoluto ad AAF, l’associazione che da 13 anni si batte per porre la parola fine ai lager della bile.
La mostra si pone all’interno della prima Festa Nazionale dei Diritti (4-9 settembre 2011) ed è vista come un’occasione per parlare dei diritti calpestati per eccelenza… quelli degli animali.
Da un punto di vista morale, ognuno di noi è uguale perché ognuno di noi è ugualmente un qualcuno, non un qualcosa, è un soggetto di una vita e non una vita senza soggetto.
Come soggetti di una vita siamo tutti uguali perchè:
- siamo tutti nel mondo;
- siamo tutti uguali perchè siamo tutti consapevoli del mondo e quello che ci succede ci interessa;
- quello che ci succede (al nostro corpo, alla nostra libertà, alla nostra vita) ci interessa indipendentemente dal fatto che la cosa interessi o meno agli altri;
- come soggetti di una vita non c’è qualcuno migliore o peggiore, non c’è superiore o inferiore;
- come soggetti di una vita siamo tutti moralmente simili;
- come soggetti di una vita siamo tutti moralmente uguali.
Ma gli altri animali, che sono esattamente come noi soggetti di una vita (identico linguaggio, comportamento, corpo, olfatto, vista, udito ecc., identica fisiologia, identiche origini) non hanno alcun diritto! Sostenerlo è come affermare: “Una Volvo non è un’automobile perchè una Volvo non è una Ford”.
Il riconoscimento dei diritti degli animali comporta delle conseguenze di vasta portata. Le grandi industrie di sfruttamento animale utilizzano infatti miliardi di animali.
Animali a cui viene tolta la vita, la cui integrità fisica viene lesa e la cui libertà viene negata dall’industria delle pellicce e da quella della carne.
Tutto questo è inaccettabile una volta riconosciuti i diritti morali.
Tutto questo diventa qualcosa che deve necessariamente cessare e non un qualcosa che va reso più “umano”…
DOBBIAMO SVUOTARE LE GABBIE NON RENDERLE PIU’ GRANDI
da “Gabbie vuote, la sfida dei diritti animali” di Tom Regan professore emerito di Filosofia presso la North Carolina State University.
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e come lui si definisce: ex carnivoro, ex pescatore, ex dissettore, ex macellaio, ex compratore di cappello di pelliccia di visone, ex difensore della ricerca con animali, ex frequentatore di circhi ecc.